Un contributo dei #CentriSocialiMarche su “propaganda di guerra e stato d’emergenza sullo sfondo della crisi ucraina”
𝐃𝐢𝐬𝐞𝐫𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐨𝐬𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐚𝐥𝐬𝐚 𝐚𝐥𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚
[…] Proprio l’imponente campagna di arruolamento – politico, culturale e sociale – a mezzo stampa è uno dei nodi della questione. Lo è ancor più nel nostro paese in cui i mezzi di informazione mainstream si distinguono nel mondo – non solo ‘occidentale’ – per volgare asservimento e spudorato appiattimento sulle posizioni governative. Questo punto, che non riguarda solo la crisi odierna e rispetto al quale si stenta ancora a trarne le dovute conclusioni, va ben oltre il mantra “La verità è la prima vittima della guerra”, frase per lo più utilizzata da ogni giornalista come prologo alla più becera propaganda.
L’arruolamento occidentale rispetto alla guerra in corso è iniziato settimane prima che le armi iniziassero a sparare, una campagna mediatica senza precedenti volta a preparare il terreno per quanto sta accadendo nelle ultime settimane: una corsa al riarmo inedita per estensione e accelerazione che in Italia ha portato al voto della Camera di mercoledì 16 marzo ad aumentare le spese per la Difesa, leggi spese militari, al 2% del PIL, pari a 38 miliardi di euro annui, 104 milioni di euro al giorno. Tutto questo, però, non è altro che un’accelerazione di un percorso già in atto: “Ci dobbiamo dotare di una difesa molto più significativa e bisognerà spendere molto di più di quanto fatto finora”, aveva detto Mario Draghi il 29 settembre 2021 e senza contare l’ultimo voto della Camera, le spese per le armi per il 2022 arrivavano a 26 miliardi di euro, un record storico per l’Italia. […]
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